F.I.V.
Vi sarà capitato di imbattervi in questa sigla e, a meno che siate dei velisti appassionati, la associazione immediata che vi verrà in mente sarà quella di Feline Immunodeficiency Virus.

A noi però questa sigla piace poco… si sa, i paroloni fanno scena ma non dicono nulla.

In questo articolo cercheremo di capire che tipo di malattia è e, senza la pretesa di essere dei veterinari, approfondiremo le conseguenze per lo stile di vita dei nostri amici, le implicazioni per l’adozione di un micio affetto da FIV e la loro prospettiva di vita.

Nel gatto il virus della FIV genera una immunodeficienza (chiamata anche sindrome da immunodeficienza felina o, più volgarmente, AIDS del gatto) che pur somigliando molto alla patologia umana, non ha possibilità di contagiare l’uomo.

Per cui, niente paura, un micio che sia risultato fiv positivo non può essere in alcun modo pericoloso per le persone.

Nonostante questo e nonostante la corposa massa di informazioni mediche e veterinarie che si possono trovare anche sul web, intorno a questa patologia si affollano ancora tanti pregiudizi e dubbi.

Proviamo a sfatare qualche falso mito.

1)    I gatti fiv positivi hanno una prospettiva di vita breve. Falso.
I gatti affetti da Fiv hanno potenzialmente le stesse prospettive di vita (e di decesso) di un gatto sano: se ad esempio lo fate uscire su una strada trafficata, non sarà certo la fiv a portarselo via; inoltre le malformazioni congenite possono interessare sia gatti sani che gatti fiv positivi.
Un gatto che sia risultato fiv positivo ha solo delle difese immunitarie più basse di quelle di un gatto sano (che comunque può prendersi un raffreddore esattamente come un gatto fiv positivo) e potenzialmente può avere maggiori acciacchi (bocca, reni) di un gatto sano.
Ma esistono d’altra parte gatti fiv positivi del tutto asintomatici.

2)    I gatti fiv devono stare isolati. Falso.
Molte adozioni di gatti fiv positivi vengono fatte proprio da famiglie che hanno già adottato uno o più gatti sani.
La convivenza fra gatti in questo caso va solo pianificata, organizzata e gestita secondo buon senso.
Il contagio fra gatti avviene con il contatto profondo (accoppiamento, morsi) per cui preliminarmente tutti i gatti dovranno essere castrati, per evitare proprio quegli stimoli che altrimenti potrebbero condurli a contrarre la malattia.
Altrettanto dovrà essere fatto se il vostro gatto “di casa” ha la possibilità di uscire all’esterno dove potenzialmente può incontrare dei gatti fiv positivi: il vostro gatto pur essendo castrato potrebbe comunque essere morso da un gatto infetto: e’ quindi consigliabile sempre controllare la zona dove tende ad uscire il vostro micio e se vi sono dei randagi contattare la asl competente per la sterilizzazione.

3)    Se un gatto ha la fiv si vede. A-ri-falso.
Ci sono gatti ben pasciuti, floridi e vispissimi che sono risultati positivi alla fiv. Non ci capisce allo sguardo. Fidatevi.

4)    I gatti fiv hanno bisogno di essere adottati come i gatti sani. Vero.
Anzi proprio perché potenzialmente più “deboli” nelle loro difese immunitarie i gatti fiv hanno realmente bisogno di vivere in casa, al caldo e in assenza di fonti di stress (come il procacciarsi il cibo, il vivere in comunità, il vagare per strada).

5)    Io non adotterò mai un gatto fiv positivo. Falso.
Ricordate infatti che oltre al fatto che nella vita non si può mai dire, se siete di quelli che hanno in animo di adottare un gattino cucciolo… rischiate di adottare un gatto fiv positivo. Infatti i test appositi (consistenti in uno stick su cui far cadere alcune gocce di sangue) non sono attendibili prima dei sei mesi di età in quanto il sistema immunitario del micio non è ancora abbastanza maturo per dare risposte sulla presenza di anticorpi fiv (e felv).

In definitiva cari #Cassiopeiers, quando guarderete le foto del micio che vi piace o lo incontrerete “di ciccio”, fatevi guidare dal cuore, dai suoi occhi e dal suo carattere.

Se poi dovesse avere la FIV… FIdateVi… l’amore non ha confini.

Non ve ne pentirete.