Buongiorno, cari #Cassiopeiers!

Come avete potuto leggere nelle due precedenti puntate del blog (#1 e #2), stiamo cercando di diffondere un messaggio importante: ADOTTARE RESPONSABILMENTE.

Siamo ormai stufe di sentire sempre le stesse scuse da parte di chi, dopo aver accolto un gatto in casa, decide di riportarlo indietro.

Non illudetevi, non succede poi così di rado.
Perché se non bastassero gli abbandoni “vacanzieri”, alcuni adottanti si pentono dell’adozione e, esattamente come si riporta al negoziante un oggetto (ormai) indesiderato, si presentano al gattile con trasportino alla mano, faccia contrita di circostanza e tante parole inutili per lasciarci un gatto traumatizzato, stressato e inconsapevole della colpa di cui si sarebbe macchiato.

Per questo, come recitava la famosa réclame, pensiamo che prevenire sia meglio che curare.

Da qui nasce il progetto di informare – fino all’esagerazione – gli adottanti, sui rischi e sulle criticità delle adozioni.
Vorremmo che prima di adottare un gatto, riflettessero bene tutti, ma proprio tutti!
Soprattutto proprio quegli adottanti che-sanno-tutto-loro, che non hanno l’umiltà di ascoltare i consigli, che continuano a fare di testa loro, pensando che la lunga esperienza con i gatti consenta loro di superare qualsiasi ostacolo.
Ma non è così facile, purtroppo.

E’ probabile che chiunque di voi stia leggendo questo articolo, abbia avuto gatti da anni e si sia un po’ fatto le ossa con loro.
Ma questo cari #Cassiopeiers NON FA di voi degli esperti.
Vale anche per noi volontarie, naturalmente.
Ma noi siamo già consapevoli di non sapere (come diceva un signore famoso), di doverci approcciare con umiltà al mondo felino e di dover lasciare agli animali il tempo necessario per ambientarsi, senza forzature o violenze.

Dagli animali e dai gatti c’è ogni giorno qualcosa da imparare, perché ognuno di loro ha reazioni e emozioni diverse.
In più, non dimenticate mai, che i gatti che provengono dai gattili, più di altri sono sottoposti a dinamiche particolari (la convivenza forzata con altri soggetti e la comunione di ciotole, cucce e cibo).

In un gattile nessun gatto si sentirà mai il Re, come succederebbe in una casa. E questo inevitabilmente influenza le loro reazioni.

Allora spogliamoci delle presunzioni e delle false certezze.

Se accogliete un gatto in casa, ricordatevi del fattore TEMPO, PAZIENZA e CALMA.

Una delle possibili reazioni che potrebbe avere un micio adottato da poco, potrebbe essere quella di smettere di mangiare e restare a lungo senza lo stimolo della fame.
Non vi angosciate.
Dategli TEMPO e affrontate la situazione con CALMA.
Ricordate che lui non sa ancora che gli avete salvato la vita, quindi non mangia perché ha paura, non sapendo dove si trovi e chi voi siate. Quando avete paura voi vi abboffate o vi si chiude lo stomaco?

Lasciatelo tranquillo e non vi agitate. Il gatto mangerà quando si sentirà più tranquillo oppure di notte, quando tutto tace.

Evitate manovre brusche e violente (ad es. forzandolo a mangiare).

State sicuri che prima o poi mangerà. Abbiate la PAZIENZA di attendere.
Potreste comunque incoraggiarlo avvicinandogli le ciotole oppure invogliandolo con dei cibi stuzzicanti.
Piano piano capirà che quell’ambiente non è ostile e si fiderà di voi. Allora, mangerà.

E’ GIUSTO aspettare con pazienza e serenità che il micio si fidi di voi e inizi a mangiare.
E’ SBAGLIATO riportare indietro un gatto solo perché non si è capaci di gestire la situazione, magari nascondendosi dietro un “a casa mia il gatto non sta bene. Sta meglio da voi”. Sapete cosa? La prossima volta, compratevi un peluche della Trudi.

Alla prossima puntata.

#AdottaResponsabilmente